Buoni sconto Fai Da Te

Di solito funziona così: vuoi comprare qualcosa ma aspetti gli sconti, oppure non riesci a trovare il buono che nel frattempo è scaduto, hai ricevuto il solito buono sconto se acquisti un minimo oppure utilizzabile a mille condizioni e ovviamente non cumulabile escluso certe categorie; da oggi puoi dire basta, risparmiarci di più e guadagnarci.

Come funziona? Devi sfruttare le rate.

Esempio pratico per piccole cifre:
Compro l’oggetto o il servizio X a 100 euro, utilizzo ad esempio paypal o simile con paga in 3 rate ad interessi 0, contestualmente sposto la stessa cifra su un investimento sensato(pool o simile), alla fine dei 2 mesi recupero l’investimento, risultato-> ho pagato 100-(100*(larenditavariabiledeiduemesipercentuale es. 15%))= 100-15 = 85 euro (sconto del 15%)

Esempio pratico per medie cifre:
Compro l’oggetto o il servizio X a 2000 euro, utilizzo ad esempio paypal o simile con paga in 3 rate ad interessi 0, contestualmente sposto la cifra residua del pagamento(66% di solito) su un investimento sensato(pool o simile), alla fine dei 2 mesi oppure ogni mese recupero l’investimento o sua parte, risultato-> ho pagato 2000-(1320*(larenditavariabilediunmesepercentuale es. 7.5%))-(660*(larenditavariabilediunmesepercentuale es. 7.5%))= 2000-99-49.5 = 1851.5 euro (sconto del 7.42%)

Esempio pratico per grosse cifre:
Compro l’oggetto o il servizio X a 50000 euro, utilizzo un prestito o un mutuo il più lungo possibile, pago le spese iniziali, contestualmente sposto la cifra che ho disponibile su un investimento sensato(pool o simile), decido se ripagare secondo il piano senza spenderci più niente ma avendo azzerata la mia rata(e parte della capacità di indebitamento) oppure accumulare gradualmente e ripagare in anticipo.

Ciu is megliu che uan

Ovvero come aumentare la sicurezza nel campo delle crypto.

Wallet Multisig: Controllo Condiviso

Un wallet multisig(nature) (multi-firma) richiede più chiavi private per autorizzare una transazione. Ogni chiave è detenuta da un partecipante diverso (ad es. soci di un progetto, membri di un team). Solo quando il numero minimo di firme (es 2 su 2 oppure 2 su 3 o la combinazione che scegliamo) viene raggiunto, la transazione parte. Riduce il rischio di un singolo punto di fallimento: niente chiave unica da rubare o perdere, naturalmente aumenta anche leggermente la complessità perchè necessita di trasferire in qualche modo una transazione parzialmente firmata (PSTX) da un proprietario all’altro fino al momento del broadcast nella rete.
Bonus: può essere utilizzato in alternativa ad un hardware wallet se abbiamo un pc OFFLINE da dedicare allo scopo, in combinazione con una controparte ONLINE che si occupa invece di tenere il saldo ed inviare la transazione(broadcast).

Hardware Wallet: Cold Storage Fisico

Un hardware wallet è un dispositivo dedicato che genera e conserva le chiavi private offline.Firma le transazioni in un ambiente isolato, mai esposto a internet.Richiede conferma fisica (button press, biometria) per ogni operazione. Anche se il computer o lo smartphone sono compromessi, le chiavi restano al sicuro.
Anche se aggiunge un passaggio, si può utilizzare con alcuni wallet web3 per aumentare di molto la sicurezza, dato che questi sono esposti a possibili attacchi e spyware di ogni tipo.

Addendum: inutile dire che il seed o le chiavi private devono sempre essere copiate e conservate offline o su carta, ci sono già stati casi di wallet svuotati anche se utilizzavano HW o MS, per banalità come una foto o uno screen(eh sì cloud e i big ti leggono tranquillamente anche le foto oltre alle mail); meglio ancora sarebbe prima crittografarli e poi copiarli così da scongiurare anche eventuali ritrovamenti fortuiti.

Piscine di Liquidità

Liquidity Pool o LP per gli amici: una breve spiegazione.

Un liquidity pool è un insieme di criptovalute bloccate in uno smart contract per facilitare gli scambi on-chain senza order book. Gli utenti depositano asset in pool alimentando la liquidità e guadagnano fee proporzionali alla loro quota.

Ogni pool è gestito da un Automated Market Maker (AMM) che calcola il prezzo degli asset basandosi su formule matematiche. Quando un utente scambia un asset con l’altro, l’AMM aggiorna i saldi nel pool e applica una piccola commissione distribuita fra tutti i fornitori di liquidità.

Tra le piattaforme più conosciute ci sono Uniswap, Pancakeswap, Sushiswap, Balancer e Curve; hanno diverse caratteristiche e la scelta dipende spesso da cosa vogliamo fare e in base alla liquidità, es. uniswap funziona meglio per eth e matic, pancake per bsc e le memecoin, curve per le stable o a bassa volatilità, naturalmente nulla vieta di usare ad esempio doge su uniswap, solo prepararsi in caso a pagare delle fee molto più alte rispetto a pancakeswap per gli scambi ed il setup.

Concretamente come si fa?

Il primo passo è scegliere un wallet web3 compatibile e avere sopra delle crypto, poi ci si collega(connect) ad una delle piattaforme come quelle elencate qui sopra e si naviga fino alla sezione pool, infine si seleziona aggiungi liquidità.

Solitamente compare una procedura guidata che ci chiede la coppia di crypto da utilizzare e di scegliere quante fee vogliamo caricare e di definire un range operativo di prezzo, inseriti i dati si conferma tutto ed il nostro pool è pronto.

Prima di fare qualunque cosa dobbiamo sapere che la proporzione delle due crypto conferite sarà 50:50 solo nel caso che decidessimo di utilizzare la stessa distanza dal prezzo attuale, altrimenti e comunque in seguito, sarà più tendente ad una delle due se il prezzo sale o scende, fino a rimanere una sola nel caso il prezzo vada fuori range.
Alcune piattaforme come sushiswap per una piccola fee possono fare tutto automaticamente, per altre come uniswap dobbiamo fare noi i calcoli.

Cos’è il range operativo e cosa succede se il prezzo attuale va fuori?
Noi guadagniamo solo se il prezzo rimane entro la fascia(range) impostata, nel caso esca da uno dei due limiti, la posizione diventa inattiva e non guadagna nulla, in aggiunta ci ritroveremo con il 100% di una delle due crypto.

Impermanent Loss (IL): la perdita impermanente è il calo temporaneo di valore che un fornitore di liquidità(LP, ovvero noi) subisce quando il rapporto di prezzo tra due asset in una pool si sposta rispetto al momento del deposito. Questo scostamento genera, al ritiro, un controvalore inferiore rispetto al semplice “HODL” dei token iniziali.
Questo è un “non problema” se scegliamo delle crypto serie e presumibilmente con un futuro(eth per esempio), se scegliamo meme o altre pataccate non è garantito che sopravvivano o facciano altri massimi al prossimo ciclo crypto.

Se vogliamo limitare ulteriormente questa “perdita” una strategia comune è fare un pool per metà con una stablecoin(usdt, usdc, dai etc.) così da dimezzare la volatilità.

Perchè conviene

Se abbiamo crypto giacenti a patto di tenere regolarmente monitorata la situazione, rende molto di più rispetto ad uno staking, IL come detto non è un problema se scegliamo saggiamente, le fee accumulate in ogni caso dovrebbero ripagare abbondantemente le spese(swap etc.); possiamo anche combinare questa strategia con un collateralized loan rinunciando ad una percentuale del “potere d’acquisto” ma mantenendo i nostri asset originali.

Possibili rischi

Come tutte le cose relative alle crypto anche qui c’è da stare attenti a cosa si firma(eventualmente revocare le autorizzazioni direttamente da wallet(tipo rabby) o portali dedicati come revoke.cash; eventuali bug o exploit negli smart contract(anche se restando nel conosciuto è molto difficile), saltuariamente potrebbero poi capitare congestioni delle reti, aggiornamenti e downtime dei portali, varie ed eventuali che comunque non sono mai durate ad oggi più di qualche ora prima di essere risolte, in caso per noi utilizzatori basta non fare nulla e aspettare.

Il wallet web3

Un wallet Web3 è l’interfaccia che ti permette di interagire con la blockchain: conservare token, firmare transazioni e accedere alle dApp(Decentralized App, sono applicazioni che funzionano su una rete blockchain, senza server centralizzati, permettendo agli utenti di interagire direttamente tramite smart contract(frammenti di codice che eseguono automaticamente istruzioni al verificarsi di condizioni predefinite) e token crittografici).

Quando un utente interagisce con una DApp, invia una transazione alla blockchain: i nodi validano la richiesta e lo smart contract aggiorna lo stato in modo trasparente e irreversibile.

Nel paradigma Web1 navigavamo contenuti statici, nel Web2 creavamo e condividevamo dati affidandoci a piattaforme centralizzate. Web3 punta invece a restituire agli utenti la proprietà dei propri dati e asset, usando protocolli aperti e senza server centralizzati. In questo scenario, il wallet diventa l’elemento chiave per autenticarsi, interagire con dApp e partecipare a DAO(Decentralized Autonomous Organization, è un’organizzazione in cui le regole di funzionamento e governance sono interamente scritte in smart contract. Non esistono CEO o comitati tradizionali: le decisioni vengono prese tramite votazioni in cui ogni membro partecipa con il proprio token di governance, garantendo trasparenza e democrazia).

Un wallet Web3 è un portafoglio digitale che gestisce chiavi crittografiche (pubblica e privata) per interagire con reti decentralizzate. A differenza di un custodial wallet, dove un servizio terzo detiene le chiavi, il wallet Web3 è non custodial: hai il pieno controllo. Questa soluzione garantisce maggiore privacy e sicurezza, ma richiede responsabilità nella gestione delle chiavi.

Le chiavi possono essere custodite direttamente dal wallet se si tratta di estensioni del browser o app(es. uniswap, trust, phantom) oppure richieste ad un hardware wallet separato per firmare le transazioni(es. metamask(non consigliato), rabby etc.).

Riassumendo, a cosa servono i wallet Web3?
-Conservare in modo sicuro chiavi crittografiche e asset digitali.
-Firmare transazioni on-chain senza affidarsi a terze parti.
-Collegarsi con applicazioni decentralizzate (dApp) per DeFi, NFT, gaming e Web3 social.
-Gestire più reti e token da un’unica interfaccia.

Le funzioni base sono:
-Creazione o importazione di un seed phrase.
-Invio e ricezione di criptovalute.
-Connessione a dApp tramite Web3 provider (ad es. “Connect Wallet”).
-Visualizzazione del saldo e storico delle transazioni.
-Personalizzazione delle gas fee e scelta della rete.
-(optional talvolta integrati) scambi tra crypto o bridge tra reti

Le crypto sono tutte uguali

Dopo aver capito cos’è un wallet nell’articolo precedente, questa volta cerchiamo di definire le categorie principali di crypto.

Come si dovrebbe capire dall’immagine, sempre di pasticcini digitali parliamo, tuttavia non possiamo certo dire che un bignè alla crema pasticcera sia uguale ad uno con ripieno di larva, a parte forse il colore; meglio conoscerle, ed evitare di confondere anche la cioccolata con.. qualcos’altro, il gusto potrebbe non essere lo stesso 🙂

Bitcoin
..is king, direbbero i massimalisti; l’unico e inimitabile progetto che ha finora dimostrato di riuscire a rimanere vivo, funzionante e vegeto, nonostante ad oggi sia stato dichiarato morto 471 volte dalla stampa igienica ed i regimi di tutto il mondo(conteggio di bitcoin obituaries), con tutti i relativi e costanti attacchi disinformativi(ma che fanno comodo a più di qualcuno per comprare a buon prezzo). Sempre in prima posizione per quanto riguarda la capitalizzazione, negli anni ha ricevuto già degli upgrade che hanno permesso di spendere meno come costi per le transazioni ed ottimizzarne i tempi, naturalmente è plausibile che ne seguiranno altri. n.b. per precisare, Bitcoin con la B maiuscola fa riferimento alla moneta, bitcoin con la minuscola è la rete.

Altcoin
Tutto quello che non è Bitcoin; in linea di massima possiamo distinguerne due tipi, quelle che mantengono come Btc un sistema proof of work, ovvero basato sulla potenza di calcolo per poter validare i blocchi, e quelle che invece usano un sistema proof of stake, ovvero basato sulla quantità posseduta come ad esempio Ethereum che ad oggi è il numero 2 per capitalizzazione. Si distinguono anche tra deflazionarie che hanno quindi una quantità massima e definita di emissione(tipo oro) e inflazionarie che non ne hanno(tipo valute tradizionali) e in base al meccanismo si possono o meno regolare nella “stampa”. Interessante notare come alcune “shitcoin” tipo dogecoin che sembrano essere stampate a manetta, in realtà siano meno “shit” di valute come dollaro o euro, magari sia per questo che un noto produttore di elettrodomestici a quattro ruote, abbia deciso di accettarli e diventare padre acquisito? 😉

Stablecoin
Sono tutte quelle altcoin che in qualche modo tramite degli algoritmi, seguono l’andamento delle valute fiat con scostamenti minimi nel valore; ad esempio il dollaro è replicato dalle famose Tether, USD Coin, Binance USD, Dai e probabilmente molte altre sconosciute ai più, non tutte sono decentralizzate e quindi potrebbero essere soggette a restrizioni. Attenzione anche qui alle possibili vulnerabilità, come nel caso TerraLuna, il cui valore è ora prossimo allo zero, come sempre mai fidarsi di una sola fonte o soluzione.

Privacy coin
Incarnano la vera visione del progetto crypto, sono progettate per impedire di tracciare qualunque movimento, supplendo così alle mancanze ad esempio di Bitcoin, che ricordiamo è pseudoanonimo, se uso un wallet privato nessuno può dire che è mio perchè non c’è il mio nome sopra, ma è possibile seguirne i movimenti, dato che questi sono registrati sulla blockchain; un esempio di privacycoin è Monero, che si basa su proof of work(segue) ed addirittura è asic resistant, cioè non può essere prodotto con hardware specifico ma solo con cpu alla portata di tutti, per garantire ulteriormente che non ci siano sbilanciamenti con troppo potere accentrato nelle mani di pochi. Da notare che oltre ai più noti Dash, Zcash, Pirate chain etc. anche Litecoin di recente ha introdotto la possibilità delle transazioni anonime, guadagnando una consistente fetta in questo trend crescente.

Token
Rappresentano degli asset/aziende, non sono propriamente criptovalute come le precedenti, vengono talvolta creati come ICO(Initial Coin Offer, l’equivalente delle IPO(Initial Pubblic Offer, cioè l’offerta pubblica iniziale delle azioni di un’impresa)) per essere distribuiti tramite tecnologia blockchain. I due tipi più comuni sono i security e gli utility, i primi sono simili a delle quote/shares ed il loro valore è determinato da un asset esterno tradabile(l’attività/azienda), i secondi invece non devono sottostare ad alcuna regola specifica e possono essere legati o meno agli usi più disparati, naturalmente con le ripercussioni del caso se un’azienda non ne rispetta lo scopo/valore. I token possono essere emessi ed utilizzati per dare specifici privilegi ai possessori, come l’accesso a prodotti e servizi, si pensi ad esempio ai vecchi gettoni del telefono o delle sale giochi.

Shitcoin
Le famose merdacoin(in italiano), come dice il nome, sono quelle crypto in qualsiasi forma(alt, token etc.) che si appoggiano generalmente su altre chain(bsc,eth etc.) ma non hanno alcuna utilità pratica ed un progetto valido, non portano alcuna innovazione o miglioramento all’ecosistema crypto, spesso sono inflazionarie e con un valore irrisorio per creare da subito tanti milionari; lo sono ad esempio tutte quelle monete con cani sopra, fino ai progetti dai dubbi gusti con ogni sorta di animale, tema spaziale fino ai personaggi famosi, senza esclusione di fantasia. Il loro valore è dato unicamente dalla speculazione che viene creata ad hoc, possono salire in un lampo come dogecoin, ma anche scendere altrettanto velocemente come il caso luna.

NFT
I Non Fungible Token(gettoni non fungibili(spendibili)), semplificando all’inverosimile, sono l’equivalente delle figurine da collezione o articoli comparabili, ma con la differenza che la proprietà del pezzo viene attribuita sfruttando la tecnologia blockchain, quindi ogni pezzo non può essere in questo caso contraffatto, un po’ come avere un quadro di valore col certificato di autenticità e il contratto di vendita, tutti lo possono vedere ma solo il proprietario ne ha il possesso. Per ora hanno pochi utilizzi pratici se non il trading, oggetti/terreni per giochi online e come avatar, saranno implementati probabilmente se prenderà piede qualche metaverso per sbloccarne delle caratteristiche in base alla propria collezione.

CBDC
Central Bank Digital Currency, le crypto di stato ma fornite dalle banche centrali, anche se vengono talvolta spacciate o volutamente confuse per crypto, non hanno nulla a che fare con queste a parte qualche principio crittografico; in altre parole sono la stessa fregatura delle valute fiat attuali(euro, dollaro, yen, etc.) ma potenziate con grandi chicche pensate come al solito per la nostra sicurezza e combattere l’evasione, quali a titolo non esaustivo, la possibilità di avere una data di scadenza, il totale controllo delle transazioni o il poter limitare l’acquisto di beni in base alla moda del momento se ancorate al nostro ID digitale(il codice fiscale che tutti chiedono in questo periodo ricorda niente?) ad es. se superiamo una certa quota di emissioni co2, non facciamo determinate azioni o acquistiamo cibi ritenuti dannosi dal regime di turno(mangiare una bistecca fa male perchè inquina, ma se mangiamo insetti no perchè sono ecosostenibili), buon appetito 🐞🕷🐛

Che fare coi bitcoin ora?

Dato che bitcoin ora sta raggiungendo di continuo nuovi record, questa è la domanda che ultimamente risuona parecchio, la risposta è come al solito un “dipende”.

Prendiamo un primo esempio di chi pensa di comprarli perchè vuole guadagnarci rapidamente qualcosa, come in un vecchio detto, quando anche i tassisti/gente comune parlano di azioni e finanza, è il momento di vendere; questa vignetta è abbastanza chiara sull’opportunità persa:

N.B. al momento in cui scrivo siamo oltre i 55.800$

Se c’è una cosa che il mercato dovrebbe insegnare è che ad un forte rialzo segue sempre un forte ribasso, come accadde nel 2017 quando bitcoin raggiunse velocemente il precedente massimo prima di scendere altrettanto velocemente e stabilizzarsi in seguito, dopo un periodo di poco oltre i tre anni ecco che la dinamica si ripete, i grafici erano quasi sovrapponibili, ora abbiamo finalmente un nuovo massimo.

Per non dimenticare ecco la famosissima gif con Elmo invecchiata per l’occasione che rende bene l’idea:

Questa volta abbiamo però qualche giocatore in più, nel mondo della finanza si può inventare di tutto ma come per le leggende un fondo di verità esiste sempre e nel nostro caso, ora anche chi denigrava e aveva più volte predetto la fine per questo mondo di miner e bit, riconosce e approfitta della situazione, ed ecco che banche, fondi vari e le cosiddette balene(i pesci grossi) si accaparrano e offrono nuove soluzioni legate al bitcoin che deve essere acquistato, il risultato: bitcoin che a differenza della carta igienica dei vari stati(gentilmente concessa a debito dalle banche centrali) è un bene limitato, sale di prezzo.

Per questo stesso motivo è lecito pensare anche che bitcoin essendo parte del piano di diversi giocatori che lo usano come accumulo/bene rifugio, seguirà la sorte del ribasso ma la caduta post-vendita degli speculatori ad un certo punto sarà bloccata dal nuovo livello di capitalizzazione di questo mercato.

Altra notizia positiva è che parte delle vere shitcoin viene ora a galla, il meccanismo è uguale per tutte come la stessa xrp, la cosiddetta “crypto delle banche” che non ha lontanamente raggiunto il precedente massimo del 2017, segno come le altre che l’interesse è stato definitivamente perso, scendendo nella classifica di coinmarketcap.

Naturalmente nei luoghi di scambio(exchange) le commmissioni in questo periodo data la mole di transazioni si sprecano, bnb di binance che ha avuto la lungimiranza di creare il suo sistema è schizzato al terzo posto subito dopo ethereum e bitcoin.

Menzione honoris causa a dogecoin che a seguito delle trovate social di un certo miliardario pazzo si è ritrovato in dodicesima posizione con un incremento a tre cifre praticamente da un giorno all’altro.

Finita questa piccola panoramica cosa conviene quindi fare?

-SE bitcoin e le crypto in generale le utilizziamo come parte di un piano più ampio(come sempre diversificare è la cosa migliore), da inizio anno è il momento buono per venderne gradualmente una piccola parte e ribilanciare il tutto in attesa del prossimo ribasso

-SE bitcoin e le crypto in generale le utilizziamo come piano di accumulo/rifugio poco cambia, continueremo a comprare come sempre fatto anche se dato il periodo suggerirei per chi inizia proprio ora un po’ di cautela