Come ottenere un iPhone gratis e guadagnandoci

Finalmente un titolo per un post degno delle migliaia di siti truffa, peccato che questa volta sia reale, l’italiano medio nel frattempo si starà già chiedendo dove si trova l’inghippo, nessun inghippo, solo un po’ di rara intraprendenza e buonsenso.

Partiamo dalle premesse, chi mi conosce sa che io personalmente non sono mai stato, sono nè sarò un fan delle mele, contrasterebbe coi miei requisiti di libertà ed inoltre nessuno smanettone si sognerebbe di prendere un sistema chiuso, anche se con un buon hardware, il gioco per me non vale la candela.

Naturalmente per chi invece ama il feeling premium, piace lo stile della mela e l’appartenenza al suo club, comprare un melafonino può essere un’idea, quello che di solito ferma il bancomat alla cassa però è il prezzo, certo ci sono anche quelli usati ma non sono garantiti in eterno, soprattutto la batteria che quasi mai è riportata al 100% della capacità originale.

Altra opzione sono le rate, ma almeno qui in provincia, nei negozi locali chiedono un 10% minimo di interessi, e vogliamo buttare così i nostri sudati risparmi? Giammai.

Quindi, qual è la soluzione? Qui ci viene in aiuto il sito ufficiale della mela, che offre la disponibilità di tutti i modelli ed un finanziamento a tasso zero, esatto, non si paga niente di extra, nemmeno le pratiche.

Questo lo dobbiamo unire però ad una rendita, altrimenti è come se usassimo i nostri soldi, ed è quello che vogliamo evitare, altrimenti non è gratis.

Facciamo un paio di conti: il Trust LBI ha reso circa il 3.5%, a questo togliamo le commissioni e le tasse da pagare , arrotondiamo per comodità a circa l’1.54% netto al mese.

I modelli attualmente variano da circa 50 euro a 70 euro per i modelli più “grandi”, teniamo in considerazione questi ultimi perchè mica vogliamo comprare una trappoletta con lo schermo adatto a qualche anno fa, aggiungiamo l’assicurazione plus perchè non si sa mai, avranno migliorato veramente la resistenza? e se ce lo rubano? se lo perdiamo? dato il costo, meglio stare tranquilli.

Esempio iPhone pro max da 1788€: Totale rendita necessaria 74,49 al mese per 24 mesi, con 1.54% netto sono 4837 euro di deposito, si può ottimizzare? certo, ad esempio senza prelevare ogni mese, con l’interesse composto si aumenta prima il proprio capitale, oppure depositando una cifra più alta possiamo goderci prelievo mensile, disfatta dell’inflazione e tutto il resto è guadagno.

Ne vale la pena? A voi la scontata risposta: tenere a marcire i soldi in banca con l’inflazione ed i costi di gestione che se li mangiano, oppure farli lavorare, moltiplicare e concedersi qualche sfizio. Similmente a quanto detto, a comprare subito in unica soluzione abbiamo un costo, se scegliamo di creare una rendita invece abbiamo il telefono virtualmente gratis con un piccolo guadagno senza intaccare i nostri risparmi.

Se cambio idea? Nel caso specifico della mela, l’unica opzione è vendere il telefono, a scambiarlo si ottengono solo dei buoni da utilizzare sempre coi loro prodotti. Per quanto riguarda il Trust LBI come è sempre stato, non ci sono vincoli, volendo chiudere si accetta la situazione attuale, si preleva sul conto investor in automatico entro 60 minuti, si fa richiesta di prelievo ed entro il giorno successivo i soldi sono di nuovo in banca a marcire(o dove vogliamo se scegliamo altri metodi di prelievo in base a quelli disponibili).

p.s. Il telefono naturalmente non l’ho comprato io, le foto sono di un’applicazione reale di quanto descritto da parte di mia moglie.

I veri numeri del Trust Gain dopo 3 anni.

Verso fine anno, come sempre detto, si fanno i conti; questa volta è il caso di fare un po’ di chiarezza sul Trust Gain coi dati gentilmente concessi da LBI.

Purtroppo dopo l’incidente dovuto ad un allargamento dello spread, accaduto verso fine settembre 2022, per loro non è stato più possibile aggiornare myfx nè il grafico sul sito del broker KTM, entrambi riportano per errore un -99% dovuto ad un tempestivo intervento manuale di ripristino da parte del broker.

Quali sono le performance quindi? Dopo aver esportato circa 8000 record e sistemato l’aggiustamento manuale, ecco in esclusiva i dati corretti, con tanto di grafico esempio su un ipotetico investimento da 2000 euro.

La performance in questi 3,28 anni è stata del +144%, ovvero del suo solito +3,66% al mese, +43% all’anno, tutto come da programma.

Detto in numeri, depositati questi 2000 di esempio, ce ne sarebbero stati 2880 di guadagno, 4880 in totale sul balance, nessuna equity flottante.

Come si può vedere dal grafico non sono mancati dei momenti di difficoltà e di stagnazione, si fa sempre una valutazione sulla rendita media e questa è decisamente buona e stabile, con oltre 10 anni di backtest.

Aggiornamento di inizio Aprile 2023

Giunti alla fine del primo trimestre 2023, facciamo alcune considerazioni sul trust saving.
Gennaio è stato un mese nella media con alti e bassi, seguito da febbraio che invece ha presentato alcune difficoltà anche per il mio trading personale data la stagnazione diffusa su diversi cambi e criptovalute; il trust se l’è cavata un po’ peggio, toccando il fondo a inizio marzo.

Da questo punto in poi, data la situazione, sono stati cambiati dei filtri e la salita è ripresa, recuperando abbondantemente le perdite del mese precedente e riportando come da standard la resa mensile sul 3-4%.

Già mi sento di nuovo l’impiegato postale che mi chiede: quanto è il tuo tasso annuale?
Io resto con qualcuno che offre il 4%…. MENSILE però 😎

Le crypto sono tutte uguali

Dopo aver capito cos’è un wallet nell’articolo precedente, questa volta cerchiamo di definire le categorie principali di crypto.

Come si dovrebbe capire dall’immagine, sempre di pasticcini digitali parliamo, tuttavia non possiamo certo dire che un bignè alla crema pasticcera sia uguale ad uno con ripieno di larva, a parte forse il colore; meglio conoscerle, ed evitare di confondere anche la cioccolata con.. qualcos’altro, il gusto potrebbe non essere lo stesso 🙂

Bitcoin
..is king, direbbero i massimalisti; l’unico e inimitabile progetto che ha finora dimostrato di riuscire a rimanere vivo, funzionante e vegeto, nonostante ad oggi sia stato dichiarato morto 471 volte dalla stampa igienica ed i regimi di tutto il mondo(conteggio di bitcoin obituaries), con tutti i relativi e costanti attacchi disinformativi(ma che fanno comodo a più di qualcuno per comprare a buon prezzo). Sempre in prima posizione per quanto riguarda la capitalizzazione, negli anni ha ricevuto già degli upgrade che hanno permesso di spendere meno come costi per le transazioni ed ottimizzarne i tempi, naturalmente è plausibile che ne seguiranno altri. n.b. per precisare, Bitcoin con la B maiuscola fa riferimento alla moneta, bitcoin con la minuscola è la rete.

Altcoin
Tutto quello che non è Bitcoin; in linea di massima possiamo distinguerne due tipi, quelle che mantengono come Btc un sistema proof of work, ovvero basato sulla potenza di calcolo per poter validare i blocchi, e quelle che invece usano un sistema proof of stake, ovvero basato sulla quantità posseduta come ad esempio Ethereum che ad oggi è il numero 2 per capitalizzazione. Si distinguono anche tra deflazionarie che hanno quindi una quantità massima e definita di emissione(tipo oro) e inflazionarie che non ne hanno(tipo valute tradizionali) e in base al meccanismo si possono o meno regolare nella “stampa”. Interessante notare come alcune “shitcoin” tipo dogecoin che sembrano essere stampate a manetta, in realtà siano meno “shit” di valute come dollaro o euro, magari sia per questo che un noto produttore di elettrodomestici a quattro ruote, abbia deciso di accettarli e diventare padre acquisito? 😉

Stablecoin
Sono tutte quelle altcoin che in qualche modo tramite degli algoritmi, seguono l’andamento delle valute fiat con scostamenti minimi nel valore; ad esempio il dollaro è replicato dalle famose Tether, USD Coin, Binance USD, Dai e probabilmente molte altre sconosciute ai più, non tutte sono decentralizzate e quindi potrebbero essere soggette a restrizioni. Attenzione anche qui alle possibili vulnerabilità, come nel caso TerraLuna, il cui valore è ora prossimo allo zero, come sempre mai fidarsi di una sola fonte o soluzione.

Privacy coin
Incarnano la vera visione del progetto crypto, sono progettate per impedire di tracciare qualunque movimento, supplendo così alle mancanze ad esempio di Bitcoin, che ricordiamo è pseudoanonimo, se uso un wallet privato nessuno può dire che è mio perchè non c’è il mio nome sopra, ma è possibile seguirne i movimenti, dato che questi sono registrati sulla blockchain; un esempio di privacycoin è Monero, che si basa su proof of work(segue) ed addirittura è asic resistant, cioè non può essere prodotto con hardware specifico ma solo con cpu alla portata di tutti, per garantire ulteriormente che non ci siano sbilanciamenti con troppo potere accentrato nelle mani di pochi. Da notare che oltre ai più noti Dash, Zcash, Pirate chain etc. anche Litecoin di recente ha introdotto la possibilità delle transazioni anonime, guadagnando una consistente fetta in questo trend crescente.

Token
Rappresentano degli asset/aziende, non sono propriamente criptovalute come le precedenti, vengono talvolta creati come ICO(Initial Coin Offer, l’equivalente delle IPO(Initial Pubblic Offer, cioè l’offerta pubblica iniziale delle azioni di un’impresa)) per essere distribuiti tramite tecnologia blockchain. I due tipi più comuni sono i security e gli utility, i primi sono simili a delle quote/shares ed il loro valore è determinato da un asset esterno tradabile(l’attività/azienda), i secondi invece non devono sottostare ad alcuna regola specifica e possono essere legati o meno agli usi più disparati, naturalmente con le ripercussioni del caso se un’azienda non ne rispetta lo scopo/valore. I token possono essere emessi ed utilizzati per dare specifici privilegi ai possessori, come l’accesso a prodotti e servizi, si pensi ad esempio ai vecchi gettoni del telefono o delle sale giochi.

Shitcoin
Le famose merdacoin(in italiano), come dice il nome, sono quelle crypto in qualsiasi forma(alt, token etc.) che si appoggiano generalmente su altre chain(bsc,eth etc.) ma non hanno alcuna utilità pratica ed un progetto valido, non portano alcuna innovazione o miglioramento all’ecosistema crypto, spesso sono inflazionarie e con un valore irrisorio per creare da subito tanti milionari; lo sono ad esempio tutte quelle monete con cani sopra, fino ai progetti dai dubbi gusti con ogni sorta di animale, tema spaziale fino ai personaggi famosi, senza esclusione di fantasia. Il loro valore è dato unicamente dalla speculazione che viene creata ad hoc, possono salire in un lampo come dogecoin, ma anche scendere altrettanto velocemente come il caso luna.

NFT
I Non Fungible Token(gettoni non fungibili(spendibili)), semplificando all’inverosimile, sono l’equivalente delle figurine da collezione o articoli comparabili, ma con la differenza che la proprietà del pezzo viene attribuita sfruttando la tecnologia blockchain, quindi ogni pezzo non può essere in questo caso contraffatto, un po’ come avere un quadro di valore col certificato di autenticità e il contratto di vendita, tutti lo possono vedere ma solo il proprietario ne ha il possesso. Per ora hanno pochi utilizzi pratici se non il trading, oggetti/terreni per giochi online e come avatar, saranno implementati probabilmente se prenderà piede qualche metaverso per sbloccarne delle caratteristiche in base alla propria collezione.

CBDC
Central Bank Digital Currency, le crypto di stato ma fornite dalle banche centrali, anche se vengono talvolta spacciate o volutamente confuse per crypto, non hanno nulla a che fare con queste a parte qualche principio crittografico; in altre parole sono la stessa fregatura delle valute fiat attuali(euro, dollaro, yen, etc.) ma potenziate con grandi chicche pensate come al solito per la nostra sicurezza e combattere l’evasione, quali a titolo non esaustivo, la possibilità di avere una data di scadenza, il totale controllo delle transazioni o il poter limitare l’acquisto di beni in base alla moda del momento se ancorate al nostro ID digitale(il codice fiscale che tutti chiedono in questo periodo ricorda niente?) ad es. se superiamo una certa quota di emissioni co2, non facciamo determinate azioni o acquistiamo cibi ritenuti dannosi dal regime di turno(mangiare una bistecca fa male perchè inquina, ma se mangiamo insetti no perchè sono ecosostenibili), buon appetito 🐞🕷🐛

Not your keys, not your crypto.

Facciamo un po’ di chiarezza.

Il mondo delle criptovalute diventa ogni giorno più vasto, ed ogni giorno nuovi aspiranti investitori, spesso guidati da influencer, youtuber, instagramiani, twitteriani e tiktokiani vari, si approcciano a comprare di tutto e di più, ma sanno veramente cosa stanno facendo?

Senza scendere nel tecnico, tech savvy perdonate le bestemmie di questo articolo niubbo-friendly, partiamo dalle basi sui wallet, portafogli in italiano, ovvero dove sono custodite le chiavi di accesso alle crypto(le crypto tecnicamente stanno sulle blockchain, ovvero “ricopiate” sui nodi distribuiti in giro per il mondo), ce ne sono diversi tipi.

Quando vogliamo detenere una certa crypto, abbiamo bisogno di generare un indirizzo, l’equivalente se vogliamo dell’iban della nostra banca, dove poter ricevere la transazione.
Per poter generare un indirizzo, abbiamo bisogno prima di ottenere un wallet, questo viene generato attraverso un algoritmo che prende come base un numero di parole inglesi(ad esempio una serie di 12 o 24, quello che viene chiamato seed, in italiano seme) e ne sputa fuori con il sistema della crittografia a doppia chiave(pubblica e privata), le private keys, ovvero quelle che ci permettono di averne il completo controllo, quindi di spendere le crypto contenute all’interno ma anche di generare delle richieste e quindi riceverne condividendo degli indirizzi che possiamo generare anche ogni volta per ogni transazione, quindi aumentando la riservatezza.

Una differenza importante è se tutto questo lo facciamo noi o lo fa qualcun altro.

Possiamo classificare i wallet in due categorie: Custodial e non custodial.
I primi sono quelli che qualcuno ad esempio un exchange(binance, coinbase, etc.) condivide con noi, loro tengono le chiavi e noi possiamo chiedere che facciano le transazioni, sta a loro poi eseguire, chiederci verifiche e sottostare alle regolamentazioni che il controllore di turno vuole imporre.
Nei wallet non custodial invece facciamo tutto noi e noi siamo responsabili delle chiavi, se le perdiamo(difficile se seguiamo qualche buona norma di backup), nessuno può aiutarci ma allo stesso tempo abbiamo la piena libertà, al pari del denaro contante, nessuno può impedirci di pagare chiunque o bloccarci i fondi per qualche stupida legge di tracciam..ehm ehm “antiriciclaggio ma con l’attenzione alla privacy” 🙂

A livello teorico abbiamo Hot e Cold wallet, i primi sono connessi alla rete, i secondi restano sempre offline e naturalmente sono i più sicuri se non ci esponiamo con comportamenti scorretti.

Hot wallet includono tutti quei software che girano nel browser(es. metamask) o web-wallet vari; mobile wallet e desktop wallet pure a meno che non siano dispositivi sempre disconnessi ed utilizzati solamente per firmare(approvare) le transazioni.
Questi sono potenzialmente vulnerabili a livello di sistema operativo, software utilizzato e comunicazioni, quindi se dobbiamo utilizzarli è bene mantenere solo la quantità di crypto che ci serve, consideriamoli come una carta prepagata, li ricarichiamo quando serve.
Una sicurezza aggiuntiva può essere data da software di virtualizzazione vari(virtual machine, sandbox) con installazioni pulite ed antimalware che controlla/impedisce ai software di interferire tra loro(es. comodo HIPS).

Cold wallet includono tutti quei software o dispositivi che restano scollegati dalla rete, quindi gli hardware wallet(trezor, ledger, le cosiddette “chiavette” etc.) ed i paper wallet(a patto che siano generati offline) custoditi tramite incisioni su metallo o semplice foglio di carta.
Questi sono potenzialmente vulnerabili se l’attaccante ha accesso fisicamente ai dispositivi, quindi è necessario prendere le dovute precauzioni per occultarli.

É bene ricordare infine alcune regole che dovrebbero essere di buonsenso, oggi sempre più raro.
Mai rivelare a nessuno quante crypto e quali abbiamo acquistato, non sono cartaigienicaeuro e simili che ogni anno si deprezzano, se per ipotesi avessimo acquistato una decina di bitcoin qualche anno fa spendendo un migliaio di euro, oggi varrebbero una villetta a schiera, sappiamo cosa succede a chi diventa milionario vincendo al lotto.
Mai rivelare a nessuno le proprie chiavi private o il seed, chi possiede questi, possiede anche la possibilità di ricreare il nostro wallet con tutti i fondi disponibili, non esistono benefattori o centri di supporto ufficiali, nessuno necessita di queste informazioni.
Mai fare affidamento su un unico dispositivo, come ho ripetuto alla nausea a tutti quelli che hanno perso dei dati, bisogna sempre fare una copia di backup, meglio due o tre e anche in luoghi diversi: gli hard disk si rompono, le schede si guastano, ci può essere un terremoto, la casa può prendere fuoco, il cellulare può esplodere.
Mai lasciare file sensibili sul cloud, si tratta pur sempre del “pc di qualcun altro” e se questo qualcun altro domattina decide di aprirci i file o fare una scansione alla ricerca di password, chiavi etc. lo può fare senza nessun problema, sfido poi a dimostrare che “erano cose nostre” anche i wallet, dato che non sono nominativi.
Mai salvare nulla di importante come password, seed etc. sul cellulare o tramite messaggi, note sparse in giro e nel browser; sono sistemi di qualcun altro, vedi punto precedente.
Usare sempre una forma di crittazione dei file che lasciamo in giro, che si tratti di file compressi con password o di partizioni in cui mettiamo i nostri documenti o anche in extremis un file di office protetto da una password sufficientemente lunga.

Aggiornamento di febbraio 2022

Dopo quasi un anno dallo scorso post un piccolo aggiornamento è d’obbligo; il sito prossimamente sarà nuovamente rivisto per essere più veloce e funzionale, rimarranno la sezione blog e le pagine di aggiornamento.

Per quanto riguarda il conto LBI Gain nonostante un mese decisamente no dovuto ad un cambio gestione, ha aggiunto un +42% dall’anno scorso, rimanendo stabile anche durante la successiva fase critica; il nuovo partito da metà 2021 denomiato per l’occasione e le modalità operative “Nessuna Correlazione” ha raggiunto ad oggi un +47%.

Dato il periodo fortemente influenzato dalle notizie sanitarie impreviste e di conseguenza economiche, è preferibile ridurre momentaneamente il rischio.

Che fare coi bitcoin ora?

Dato che bitcoin ora sta raggiungendo di continuo nuovi record, questa è la domanda che ultimamente risuona parecchio, la risposta è come al solito un “dipende”.

Prendiamo un primo esempio di chi pensa di comprarli perchè vuole guadagnarci rapidamente qualcosa, come in un vecchio detto, quando anche i tassisti/gente comune parlano di azioni e finanza, è il momento di vendere; questa vignetta è abbastanza chiara sull’opportunità persa:

N.B. al momento in cui scrivo siamo oltre i 55.800$

Se c’è una cosa che il mercato dovrebbe insegnare è che ad un forte rialzo segue sempre un forte ribasso, come accadde nel 2017 quando bitcoin raggiunse velocemente il precedente massimo prima di scendere altrettanto velocemente e stabilizzarsi in seguito, dopo un periodo di poco oltre i tre anni ecco che la dinamica si ripete, i grafici erano quasi sovrapponibili, ora abbiamo finalmente un nuovo massimo.

Per non dimenticare ecco la famosissima gif con Elmo invecchiata per l’occasione che rende bene l’idea:

Questa volta abbiamo però qualche giocatore in più, nel mondo della finanza si può inventare di tutto ma come per le leggende un fondo di verità esiste sempre e nel nostro caso, ora anche chi denigrava e aveva più volte predetto la fine per questo mondo di miner e bit, riconosce e approfitta della situazione, ed ecco che banche, fondi vari e le cosiddette balene(i pesci grossi) si accaparrano e offrono nuove soluzioni legate al bitcoin che deve essere acquistato, il risultato: bitcoin che a differenza della carta igienica dei vari stati(gentilmente concessa a debito dalle banche centrali) è un bene limitato, sale di prezzo.

Per questo stesso motivo è lecito pensare anche che bitcoin essendo parte del piano di diversi giocatori che lo usano come accumulo/bene rifugio, seguirà la sorte del ribasso ma la caduta post-vendita degli speculatori ad un certo punto sarà bloccata dal nuovo livello di capitalizzazione di questo mercato.

Altra notizia positiva è che parte delle vere shitcoin viene ora a galla, il meccanismo è uguale per tutte come la stessa xrp, la cosiddetta “crypto delle banche” che non ha lontanamente raggiunto il precedente massimo del 2017, segno come le altre che l’interesse è stato definitivamente perso, scendendo nella classifica di coinmarketcap.

Naturalmente nei luoghi di scambio(exchange) le commmissioni in questo periodo data la mole di transazioni si sprecano, bnb di binance che ha avuto la lungimiranza di creare il suo sistema è schizzato al terzo posto subito dopo ethereum e bitcoin.

Menzione honoris causa a dogecoin che a seguito delle trovate social di un certo miliardario pazzo si è ritrovato in dodicesima posizione con un incremento a tre cifre praticamente da un giorno all’altro.

Finita questa piccola panoramica cosa conviene quindi fare?

-SE bitcoin e le crypto in generale le utilizziamo come parte di un piano più ampio(come sempre diversificare è la cosa migliore), da inizio anno è il momento buono per venderne gradualmente una piccola parte e ribilanciare il tutto in attesa del prossimo ribasso

-SE bitcoin e le crypto in generale le utilizziamo come piano di accumulo/rifugio poco cambia, continueremo a comprare come sempre fatto anche se dato il periodo suggerirei per chi inizia proprio ora un po’ di cautela

Novità e aggiornamento di gennaio 2021

Gennaio si conclude secondo le aspettative e porta qualche cambiamento, in questo caso migliorativo.


Il primo conto prosegue oltrepassando il traguardo del 200%, si mantiene stabile con uno 0.7% giornaliero circa, 123 trade in totale, il discostamento tra balance ed equity rimane entro le previsioni del 10%.


Il secondo conto sperimentale è sulla strada per il 75% nonostante i suoi 3 mesi e mezzo ma sta leggermente sottoperformando confrontandolo con il primo dal quale prende spunto, è diventato ora più dinamico, 46 trade totali.


Il conto pamm Gain fornito tramite LBI invece porta anch’esso una piccola novità con l’introduzione di un cambio aggiuntivo(questo mese gbpusd) oltre a m$ft, così da poter aggiungere qualche punto in più a fine mese e compensare nei casi in cui ci sia poco movimento, 19 trade a gennaio di cui 6 extra, 99.4% equity.